All’interno di questo articolo approfondiremo il concetto di desiderio e disturbi del desiderio sessuale che ne derivano quando questo viene meno, come nel disturbo da desiderio sessuale ipoattivo, quando si prova repulsione, come nel disturbo da avversione sessuale e quando questo è abusato, come nel disturbo da desiderio sessuale iperattivo (o dipendenza da sesso).
Il desiderio sessuale è una pulsione, caratterizzata dalla presenza di pensieri e fantasie sessuali e dalla voglia di intraprendere l’attività sessuale, con la funzione biologica di far sopravvivere la specie umana. Questa pulsione può essere inibita o al contrario attivata da “forze” interne (es. testosterone, malesseri, credenze, emozioni, etc.) o esterne all’individuo (es. profumo, vista, tatto, uno stimolo sessuale), generando una mancanza di desiderio sessuale o al contrario un aumento del desiderio sessuale.
Il desiderio sessuale per la cultura cristiana era considerato una malattia: “Ero prigioniero di questa malattia della carne… che solo tu (Dio) puoi curare”. (S. Agostino IV sec. d.C.). Oggi l’inibizione sessuale o la mancanza del desiderio è la disfunzione sessuale più diffusa.
Inoltre, se fino agli anni ’70 erano più le donne a presentare questo tipo di disturbi, a partire dagli anni ’80 la tendenza si è invertita ed ad oggi è più l’uomo a presentare uno scarso desiderio sessuale (Winczey & Carey, 1991). Purtroppo però questo cozza con il ruolo maschile che ha l’ “obbligo” a desiderare per dimostrare di essere un vero uomo.
In passato, inoltre, il desiderio sessuale femminile non apparteneva alle “donne per bene”, ma solo alle donne che desideravano essere madri. Il sesso veniva fatto non per piacere, ma per dovere. Oggi vi è una legittimizzazione del desiderio sessuale femminile per l’emancipazione, per la pillola, per la coppia, per la sessualità. Oggi si pensa che l’innamoramento debba esistere per sempre, che debba essere simbiotico, che sia connesso alla realizzazione personale. Se la simbiosi viene meno, si crea una disillusione che può portare a “raggelare” la pulsione, con conseguenti disturbi del desiderio sessuale.
In generale possiamo affermare che si sta creando una sorta di “inversione del genere“. Prima era la donna ad essere depressa perché che aveva un desiderio sessuale assente, oggi è più l’uomo che spesso presenta un’assenza di desiderio sessuale. Oggi si parla di un “dovere al piacere” e non di “dovere al sesso” e se manca la voglia di fare sesso c’è un problema. L’inversione della richiesta, inoltre, crea un effetto paradossale, dove l’atto sessuale diventa il luogo della “messa alla prova”, generando disturbi del desiderio sessuale.
E’ così che, in una società fondata sul piacere, aumentano i problemi del desiderio. Questo apparentemente può essere considerato come un controsenso. In realtà assume un senso nel momento in cui si pensa alla mancanza come una sorta di assuefazione alle normali attività sessuali che porta in alcuni casi all’assenza di rapporti o al contrario alla ricerca di novità o rapporti oltre un certo limite. Manca il concetto di trasgressione di una volta e quindi il rapporto sessuale diventa un qualcosa di scontato, usuale e poco attraente.
Le cause dei disturbi del desiderio sessuale sono principalmente due: la rigida educazione e gli eventi e traumi che capitano nel corso della vita.
Spesso alla base della formazione dei disturbi del desiderio sessuale vi sono dei fattori educativi come:
Queste visioni possono influenzare l’approccio con l’autoerotismo, oltre che i pensieri e le fantasie erotiche nella pre-adolescenza, inibendo e/o rendendo difficoltoso l’accesso alla sessualità.
I disturbi del desiderio sessuale possono dipendere inoltre da:
Tra i disturbi del desiderio sessuale maschile e femminile rientra il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo che si manifesta con una inibizione del desiderio sessuale maschile e femminile (turn off), attraverso immagini, associazioni, emozioni e pensieri negativi, focalizzati su di sé o sul partner, che si attivano pensando a situazioni passate negative o in seguito a stati di rabbia, generando una perdita della libido e riducendo la voglia di fare l’amore.
E’ bene valutare se alla base del calo del desiderio maschile o femminile vi è una inibizione specifica, ovvero si manifesta solo nei confronti del partner; situazionale, ovvero se l’inibizione dipende da una situazione o generale, se le sensazioni erotiche generano ansia e preoccupazione.
Tra le cause del desiderio sessuale ipoattivo femminile e maschile spesso si riscontrano:
La terapia del disturbo da desiderio ipoattivo si focalizza principalmente sul cercare di creare o ricreare, insieme alla coppia il “senso della trasgressione“, non necessariamente superando i limiti, quanto più provando a co-costruire degli scenari che generano questa fantasia e/o che riaccendano il desiderio.
In altri casi è utile lavorare sulle fantasie e sulla legittimizzazione del desiderio.
Oltre a questo può essere utile intervenire attraverso:
Anche il Disturbo da avversione sessuale rientra tra i disturbi del desiderio sessuale ed è caratterizzato, oltre che da una mancanza di desiderio, anche da paura (fobia del sesso), estrema avversione, repulsione, disgusto o emozioni negative nei confronti dei genitali o dell’attività sessuale.
Il disturbo da avversione in genere può essere conseguente ad abuso sessuale, abuso fisico o trauma.
L’avversione può assumere forme diverse:
Il disturbo da avversione sessuale può inoltre essere suddiviso in:
Il disturbo da avversione sessuale può essere causato da fattori psicologici o da una combinazione di fattori fisici e psicologici. Chi ha paura del sesso fa di tutto per evitare i contatti sessuali. Ad esempio va a letto in momenti diversi dal partner, passa più tempo al lavoro o cerca di fare in modo da essere meno attraente sessualmente.
Vi sono poi una serie di problemi interpersonali, oltre alle esperienze traumatiche, che possono generare l’avversione e il conseguente blocco sessuale.
Tra i problemi interpersonali può ad esempio esserci una tensione o un malcontento nei confronti della relazione di coppia, specialmente se prima le cose andavano bene e se ad un certo punto si è iniziata a manifestare l’avversione sessuale. Tra questi le cause maggiori sono:
Per quanto riguarda invece le esperienze traumatiche che causano disturbi dell’avversione sessuale, alcune possibili includono:
Chi soffre del disturbo di avversione sessuale tende ad associare il rapporto ad un’esperienza dolorosa che cerca in tutti i modi di dimenticare, nel caso di abusi, o a sensi di colpa, se causato da insegnamenti religiosi o culturali.
I sintomi del disturbo dell’avversione sessuale possono essere lievi o gravi. Sintomi lievi includono mancanza di interesse e lieve disgusto, mentre i sintomi gravi possono includere attacchi di panico, vertigini, fame d’aria, battito cardiaco accelerato.
Se il disturbo dell’avversione sessuale non viene diagnosticato, discusso o trattato, il risultato può essere infedeltà, divorzio o infelicità cronica nella relazione o nel matrimonio.
Nel disturbo da avversione, sia maschile che femminile, il trattamento abituale prevede prima di tutto un lavoro sulla rielaborazione degli eventi traumatici che potrebbero causare il problema. Quindi è possibile intervenire sui sintomi associati al disturbo da avversione sessuale, come ad esempio gli attacchi di panico. Infine si può intervenire con una terapia sessuale per reintrodurre il contatto fisico sessuale.
Il disturbo da desiderio sessuale iperattivo (o da dipendenza sessuale) è l’ultimo della categoria dei disturbi del desiderio sessuale ed è caratterizzato da una eccessiva preoccupazione nei confronti del rapporto sessuale, con persistenti pensieri sessuali intrusivi e distraenti che la spingono a intraprendere attività sessuali ripetitive e compulsive.
La persona impegna gran parte del proprio tempo nell’utilizzo di fantasie sessuali e/o nella masturbazione compulsiva per cercare di placare ansia, depressione, noia, irritabilità, spesso contro la propria volontà.
Per il dipendente dal sesso, l’attività sessuale fornisce quell’euforia che gli permette di “distrarsi” dalle emozioni negative. Purtroppo però è una fuga temporanea e nel momento in cui l’effetto svanisce, ritorna il desiderio, ricominciando il circolo vizioso. A lungo termine ciò genera un impatto negativo nel rapporto con sé (vergogna, sensi di colpa e disgusto per sé), con gli altri e con il mondo.
Come le altre forme dipendenze, anche la dipendenza sessuale è progressiva e può generare assuefazione portando la persona ad “alzare il tiro” della trasgressione sempre più, fino ad attività sessuali che possono risultare molto rischiose o palesemente pericolose.
Come conseguenza del disturbo da desiderio iperattivo, alcuni finiscono per avere più relazioni extraconiugali, mentre altri si rivolgono a prostitute o escort.
La dipendenza sessuale può infine essere associata a parafilie (perversioni sessuali) quali esibizionismo, voyeurismo, sadismo, masochismo e pedofilia.
Tra le cause dei disturbi del desiderio sessuale connessi alla dipendenza vi sono:
Il trattamento del disturbo da desiderio sessuale iperattivo può includere sia la psicoterapia che l’utilizzo di farmaci. Alcune coppie, inoltre, avranno bisogno di una terapia per ottenere un miglioramento dell’attività sessuale.
L’obiettivo delle terapie per chi soffre di dipendenza sessuale in genere riguarda l’utilizzo di tecniche e strumenti per ridurre la compulsione, regolare gli impulsi, spostare la concentrazione dei propri pensieri e comportamenti.
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